L’Italia ha perso, in malo modo, l’Ema, l’agenzia del
farmaco, costretta al trasloco dalla Brexit. Ora sul tavolo vi è un’altra
importante infrastruttura internazionale, l’Osservatorio europeo sulle
onde gravitazionali, il cui centro pulsante sarà l’Einstein Telescope, un
avveniristico telescopio in grado di misurare le increspature dello
spazio.
Si tratta, scrive Italia Oggi, di un gigantesco occhio-orecchio
ultratecnologico per ascoltare la voce dell’universo intercettando le
onde. Dice Nichi D’Amico, presidente dell’Istituto nazionale di
astrofisica: “Si sta lavorando alla candidatura della Sardegna per
l’Einstein Telescope, una infrastruttura di ricerca che aprirà nuovi
orizzonti all’astrofisica moderna”.
La sede potrebbe essere l’ex miniera metallifera di Sos Enattos, a Lula,
in provincia di Nuoro. La Regione Sardegna e il ministero dell’Istruzione
stanno supportando la candidatura ma serve un convinto gioco di squadra in
ambito europeo (che in occasione dell’Ema s’è rivelato troppo debole).
Sarà bene quindi che Paolo Gentiloni, finché rimarrà in carica, e il suo
(eventuale) successore prendano in mano la faccenda e partano alla
conquista dell’Osservatorio, che potrebbe rappresentare, per le ricadute
sul territorio, una svolta importante per la Sardegna centro-orientale,
alla ricerca di uno sviluppo diversificato rispetto all’attività
turistica.
Il sito di Lula appare assai adatto per ospitare questo gigantesco
rilevatore di onde, che dev’essere sotterraneo e qui potrebbe essere
collocato all’interno di gallerie minerarie a una profondità compresa fra
i 100 e i 300 metri, con un perimetro di 30 km poiché i suoi tre bracci
disposti a triangolo sono lunghi 10 km ciascuno.
“Il nostro paese può fare valere anche il fatto di essere stato
protagonista della storica scoperta delle onde gravitazionali grazie allo
strumento di rilevamento Virgo”, dice Fernando Ferroni, presidente
dell’Istituto nazionale di fisica nucleare.
red/fch
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