Il passaggio da reddito di cittadinanza ad assegno d’inclusione: una transizione incerta per migliaia di cittadini milanesi
Il cambio di governo e le relative riforme hanno portato a molteplici cambiamenti nelle politiche sociali, con un impatto significativo sulla vita dei cittadini. Uno dei provvedimenti più discussi è stato il passaggio dal reddito di cittadinanza all’assegno d’inclusione, con numerose incertezze e preoccupazioni per coloro che ne beneficiano.
Il caso di Claudio, residente a Milano, è emblematico di una situazione diffusa. Con il reddito di cittadinanza Claudio e la moglie ricevevano un sostegno economico mensile, ma con l’introduzione dell’assegno d’inclusione non è certo di poter ottenere un’analoga assistenza. La preoccupazione riguarda sia l’entità del sostegno, sia la sua effettiva disponibilità.
La situazione è particolarmente complessa a Milano, dove il patronato Inca della Cgil ha registrato un’affluenza massiccia di cittadini alla ricerca di informazioni e supporto. Secondo il direttore Daniele Bandi, la transizione al nuovo sistema potrebbe portare a una netta riduzione dei beneficiari, con soli “5-7mila percettori dell’assegno d’inclusione” in città.
La riduzione del numero di beneficiari solleva dubbi e interrogativi sul destino di coloro che perderanno il sostegno economico. Bandi evidenzia che non esiste una prestazione sostitutiva al reddito di cittadinanza per molti cittadini, suggerendo di indirizzarli verso i servizi sociali.
In conclusione, la transizione da reddito di cittadinanza ad assegno d’inclusione si rivela un momento di incertezza per migliaia di cittadini milanesi, con implicazioni importanti per la loro qualità di vita e benessere. La gestione della transizione e il supporto ai cittadini a rischio di esclusione sociale diventano sfide centrali per le istituzioni e la società nella sua totalità.
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