Case green, Ue: garantita ampia flessibilità. Fitto: difenderemo la particolarità dell’Italia

L’asticella del Parlamento europeo si fa sempre più alta e arriva a toccare la classe D, passando prima per la E, in una corsa verso case sempre più green gia tra la fine del decennio e l’inizio del prossimo. Un obiettivo ambizioso che gli eurodeputati intendono raggiungere chiedendo però anche il sostegno di fondi comuni. Ma che rimane del tutto “irrealizzabile” per l’Italia: l’infausta profezia dei costruttori edili (Ance) stima che servirebbero 630 anni solo per riqualificare “al 1º step” tutto il patrimonio immobiliare nazionale. Numeri utopici che alimentano uno collisione politico destinato a tenere banco nei mesi a venire, con il governo pronto a dare battaglia per una intesa finale sulla direttiva Ue che e ancora tutto da definire.
Fitto, difenderemo la particolarità dell’Italia
«L’Italia non può affrontare il tema dell’efficientamento energetico degli edifici come gli altri Paesi. Il Governo presenterà un suo piano. C’e una particolarità del nostro paese e il Governo difenderà questa particolarità»: così il ministro Ministro per Affari Europei, Sud, Politiche di Coesione e PNNR Raffaele Fitto al convegno “Le politiche europee sull’immobiliare allargato” nella sede della Rappresentanza Italiana del Pe. «L’Italia – ha dichiarato ancora – ha sul tema dell’immobiliare e sulla casa una sensibilità differente. E anche il nostro patrimonio immobiliare e differente per il suo valore architettonico, storico e culturale».
Salvini: Ue non ci penalizzi, sarebbe del patrimonio
Per raggiungere l’efficienza energetica delle case italiane bisogna «aiutare e sostenere senza obbligare e senza penalizzare, perché altrimenti la direttiva che l’Europa vorrebbe imporre sulla testa delle famiglie italiane e una del patrimonio» ha affermato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini a margine di una presentazione a Milano, riferendosi al voto di il prossimo giovedì in commissione Itre al Parlamento europeo. «Il tema della casa ci deve vedere protagonisti in Italia e principalmente in Europa senza obblighi – ha sottolinenato – senza penalizzazioni e senza vincoli perché i nuclei familiari italiane non hanno decine di migliaia di euro da spendere»
Il compromesso raggiunto fino ad ora
Giovedì scorso in Parlamento e stato raggiunto un compromesso dai gruppi politici dei Popolari (Ppe), Socialisti (S&D), Liberali (Renew), Verdi e Sinistra sulla direttiva Energy prestazione of building directive (Epbd). Nel testo (ancora provvisorio) che andrà in questione prossimamente (il 9 febbraio e programmato il voto in commissione per l’industria, la ricerca e l’energia – Itre – poi si andrà in Plenaria a marzo e alla fine al negoziato con le altre istituzioni europee) c’e, infatti, un innalzamento degli obiettivi indicati dalla versione precedente: la classe energetica che dovranno raggiungere gli immobili residenziali, vale a dire, aumenta. E passa dalla F proposta dalla Commissione Ue alla E nel 2030 e dalla E proposta dalla Commissione Ue alla D nel 2033. Altri passaggi, però, vanno nella direzione di una maggiore flessibilità delle norme europee.
Relatore Pe: garantita ampia flessibilità
«C’e stata molta misinformazione in Italia, si e detto che Bruxelles dirà agli Stati membri cosa fare, ma nulla e più lontano dalla realtà». Gli emendamenti adottati «lasciano ampia flessibilità» ai Paesi nell’applicazione della norma, ha sottolineato Ciaran Cuffe (Verdi), relatore per l’Europarlamento sulla nuova direttiva sulla prestazione energetica degli immobili
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