Aumento salari 2024 per colf e badanti.

Aumento dei minimi retributivi per colf e badanti nel 2024: tutte le novità
Nel 2024 gli aumenti per colf e badanti saranno contenuti. L’8 gennaio è stato siglato, dalla Commissione nazionale per l’aggiornamento retributivo, l’accordo sui nuovi minimi retributivi relativi al lavoro domestico derivanti dalla variazione del costo della vita. La tabella con gli importi retributivi aggiornati ha decorrenza dal 1° gennaio 2024. Nel complesso, i valori minimi retributivi crescono rispetto al 2023 dello 0,56%, che corrisponde all’80’% dell’indice Istat (0,70%).
Dalla colf a ore alla badante convivente, gli aumenti 2024
A fare qualche esempio che aiuta a capire l’impatto sulla spesa delle famiglie è la Federazione italiana dei datori di lavoro domestico, Fidaldo: «La classica colf assunta ad ore e inquadrata nel livello B passerà da 6,58 a 6,62 euro l’ora, con un incremento di 0,04 euro ogni ora lavorata, mentre la badante convivente per persona non autosufficiente, inquadrata nel livello Cs, passerà da 1.120,76 a 1.127,04 euro al mese, con un incremento mensile dello stipendio di 6,28 euro». La Federazione ricorda infine che si tratta di valori minimi, che in alcuni casi possono essere già assorbiti dalle retribuzioni effettive, regolate da logiche di mercato.
La novità della manovra: contrasto dell’evasione contributiva
In base a quanto previsto dalla manovra 2024 (leggi il dossier), l’agenzia delle Entrate e l’Inps realizzeranno la piena interoperabilità delle rispettive banche dati, anche utilizzando nuove tecnologie, mettendo a disposizione dei contribuenti i relativi dati analizzati ed acquisiti. Con questa soluzione si punta a favorire l’adempimento spontaneo tramite dichiarazione precompilata e la segnalazione di eventuali anomalie. Infine, è previsto che i due enti svolgano analisi e controlli su dati retributivi e contributivi, con interventi finalizzati alla corretta ricostruzione delle posizioni reddituali e contributive.
In Italia i lavoratori domestici sono meno di 900mila
L’Osservatorio Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico) nel quinto rapporto annuale sul lavoro domestico ha scattato una fotografia di quello che è, a tutti gli effetti, uno dei settori con il maggiore tasso di irregolarità (51,8% contro una media nazionale dell’11,3% per gli altri settori economici). Il 2022 può essere considerato un anno di transizione per il lavoro domestico. Secondo gli ultimi dati disponibili di Inps, si è registrato un decremento quantitativo dei lavoratori domestici del 7,9% rispetto al 2021 (quasi 80mila lavoratori domestici in meno). Si tratta, spiega Domina, di un calo fisiologico dettato dalla fine degli effetti della “sanatoria”, la norma che ha consentito la regolarizzazione di molti lavoratori domestici stranieri e da una situazione di incrementi registrati nel biennio 2020-2021 causati da una maggiore regolarizzazione dei rapporti di lavoro durante la pandemia. In Italia i lavoratori domestici sono poco meno di 900mila e si tratta di un settore caratterizzato in prevalenza da una forte componente straniera (69,5% del totale), e da una prevalenza femminile (86,4%). In crescita anche il trend dei lavoratori domestici italiani (30,5%). In alcune regioni la loro presenza, oltre ad essere forte, è anche maggioritaria come nel caso della Sardegna in cui gli italiani rappresentano l’82,2% dei lavoratori domestici. Pur avendo una produttività piuttosto bassa rispetto ad altri settori economici, il lavoro domestico offre comunque un contributo positivo al Pil italiano nell’ordine dell’1%.
– Nuovi minimi retributivi
– La tabella
– Leggi il dossier
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