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Crypto, Songbird cos’è e come funziona • TAG24

Il Songbird: la rete di test per la blockchain Flare

Songbird rientra in una categoria molto particolare, quella dei canary network. Ovvero, reti destinate a ospitare funzionalità destinate ad altre reti, per saggiarne la validità e l’assenza di eventuali bugs in grado di danneggiare l’infrastruttura digitale.

Il concetto è mutuato da quello che prevedeva l’impiego di canarini nelle miniere. Questi uccelli erano in grado di capire quando l’ossigeno al loro interno era in via di esaurimento, avvertendo in anticipo i minatori, che potevano così mettersi in salvo.

In particolare, Songbird assolve questa funzione nei confronti di Flare. Trasformandosi in un vero e proprio avamposto tecnologico, destinato a favorire entrambe le catene interessate.

Cos’è e cosa si propone Songbird

Songbird è la rete di test per la blockchain Flare e rende possibile per gli sviluppatori la prova delle dApp (applicazioni decentralizzate) prima che siano distribuite sul network collegato.

Sia Songbird che Flare sono progetti blockchain progettati in modo di riuscire a rendere possibile il funzionamento di token che non sono ideali per essere collegati agli smart contract, ad esempio XRP. In particolare, Songbird consente il collegamento decentralizzato e sicuro di due blockchain, in modo da spianare la strada in direzione di una maggiore liquidità nelle app DeFi.

Nel condurre in porto il collegamento tra smart contract e valute incompatibili, Songbird non necessita di un pool di liquidità centralizzato. In tal modo riesce a bypassare una parte notevole dei rischi di sicurezza derivanti dalla concentrazione dei fondi utilizzati per il sostegno a un token wrapped sotto un’unica entità.

Come funziona Songbird

Nelle transazioni in questione, Songbird prevede la presenza di due figure: gli agenti, i quali provvedono a bloccare i loro SGB, i token nativi della rete, in funzione di garanzia collaterale al fine di emettere F-Asset. Per il servizio prestato sono ricompensati da commissioni versate dalle controparti; gli originator, coloro che necessitano di F-Asset per le loro operazioni e versano commissioni per poterne usufruire.

Nelle transazioni instaurate, le criptovalute non si incrociano mai tra le blockchain. Songbird realizza lo scambio bloccando i token ceduti dall’originator e fornendo in cambio una valuta rappresentativa (F-Asset) sul suo network. I possessori di questo F-Asset, a loro volta, sono in grado di utilizzare i token appena coniati all’interno di qualsiasi smart contract aperto sulla piattaforma.

A rendere possibile il processo è la tecnologia Federated Byzantine Agreement Turing, formata da Federated Byzantine Agreement (FBA), meccanismo di consenso che prevede l’elezioni dei nodi per la convalida delle transazioni e Turing completo, ovvero un computer in grado di risolvere qualsiasi problema o equazione.

Chi c’è dietro il progetto?

A fondare Songbird sono stati Hugo Philion, Nairi Usher e Sean Rowan, tutti e tre formatisi alla University College di Londra, ove si sono conosciuti. Inizialmente il trio si è dedicato allo sviluppo di Flare, per poi virare nel 2019 su Songbird, la cui testnet è stata lanciata nel 2021.

Nello stesso anno è stata poi rilasciata l’intera fornitura di SGB, il token nativo, attraverso un airdrop cui hanno potuto partecipare gli utenti che avevano nel frattempo maturato il diritto di ricevere i token nativi di Flare, FLR.

Al momento, SGB si trova al 2741° posto della classifica di CoinMarketCap. Ha un ruolo quindi ancora di nicchia, reso tale proprio dal collegamento con Flare, da cui secondo alcuni analisti dovrebbe affrancarsi nel futuro.

– Songbird
– Canary network
– Token wrapped


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