L’Iran e il suo complesso sistema di proiezione regionale della forza stanno affrontando una prova senza precedenti a seguito delle crisi innescate dall’attacco del 7 ottobre contro Israele. Secondo il quotidiano “Wall Street Journal”, l’”Asse della resistenza” composto da attori vicini all’Iran e accomunati dalla “resistenza” a Israele e all’Occidente rischia di non reggere alle ricadute degli attacchi a Israele, alla navigazione commerciale nel Mar Rosso e alle forze statunitensi di stanza in Medio Oriente.
Il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, aveva convocato un incontro dei leader delle milizie alleate alla Repubblica Islamica, chiarendo che il Paese non intendeva diventare parte attiva di una guerra, né far degenerare le ostilità a Gaza in un conflitto di portata regionale. Tuttavia, gli avvenimenti degli ultimi mesi sembrano indicare che il messaggio trasmesso dall’Iran ai suoi alleati è stato largamente ignorato.
Il “Wall Street Journal” avverte che Teheran rischia di essere trascinato in una guerra aperta con gli Stati Uniti a causa degli attori che sinora avevano consentito al Paese di estendere la propria influenza regionale. Se da un lato l’Iran costituisce il fulcro militare ed economico dell’Asse della resistenza, d’altro canto non ne ha mai avuto il pieno controllo. Non tutti i membri di questa variegata galassia condividono la medesima ideologia sciita e ciascun gruppo è animato da agende particolari che talvolta sono in contraddizione con quella di Tehran.
Lo stallo nella normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita, causato dall’attacco del 7 ottobre, ha rappresentato una temporanea vittoria per Teheran. Tuttavia, la Repubblica Islamica si trova di fronte a un dilemma, poiché una completa eliminazione di Hamas comporterebbe un cambiamento dei rapporti di forza in favore di Israele, mentre il mancato sostegno all’“Asse della resistenza” ridurrebbe drammaticamente la capacità della Repubblica Islamica di influire sulle dinamiche regionali.
L’Iran si trova quindi in una posizione delicata e deve fare i conti con le sfide poste da un sistema di proiezione regionale della forza che si trova a fronteggiare una situazione senza precedenti. Resta da vedere come Teheran affronterà le tensioni e le pressioni che caratterizzano attualmente la regione del Medio Oriente.
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