Stabilità economica oltre al lavoro

Un commento sui dati sull’occupazione
Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale delle Acli con delega al Lavoro e al Terzo settore, commenta i dati su Occupati e disoccupati diffusi ieri dall’Istat.
Aumento dell’occupazione e dinamiche di genere
A novembre 2023 prosegue la crescita dell’occupazione che, rispetto al mese precedente, coinvolge solamente i lavoratori dipendenti, saliti a più di 18 milioni 700 mila; con un aumento di 15 mila unità, tornano a crescere anche i dipendenti a termine.
Il numero degli occupati – pari a 23milioni 743mila – è in complesso superiore a quello di novembre 2022 di 520 mila unità. Esse corrispondono a un incremento di 551 mila dipendenti permanenti e 26 mila autonomi mentre il numero dei dipendenti a termine risulta inferiore di 57 mila unità. Su base mensile, il tasso di occupazione è invariato al 61,8%, quello di disoccupazione scende al 7,5%, mentre il tasso di inattività cresce al 33,1%. A certificare questi dati è la ricerca “Occupati e disoccupati” che l’Istat ha presentato ieri.
L’occupazione, dunque, aumenta (+0,1%, pari a +30mila unità) tra le donne (quella maschile rimane sostanzialmente stabile), i dipendenti e gli over 34, mentre cala tra gli autonomi e i 15-34enni. Il tasso di occupazione resta invariato al 61,8%.
Il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-3,3%, pari a -66mila unità) per uomini e donne e per tutte le classi d’età, con l’eccezione dei 25-34enni tra i quali invece si osserva un aumento. Il tasso di disoccupazione totale scende al 7,5% (-0,2 punti), quello giovanile al 21,0% (-2,5 punti).
Commento del vicepresidente delle Acli, Stefano Tassinari
“È positivo che aumenti il numero degli occupati ma spesso si tratta di un lavoro di bassa qualità. Dobbiamo infatti tenere presente che il lavoro non è più automaticamente sinonimo di stabilità economica”. Così Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale delle Acli con delega al Lavoro e al Terzo settore, ha commentato i dati diffusi ieri dall’Istat.
“Bisognerebbe che l’Istat fornisse anche il numero delle ore lavorate, perché, ormai da parecchi anni, per l’occupazione viene conteggiata anche solo un’ora di lavoro alla settimana”, rileva Tassinari, spiegando che “spesso la crescita si registra nei servizi laddove si tende a creare part-time soprattutto per le donne”.
Nella sua riflessione il vicepresidente delle Acli cita diversi dati diffusi ultimamente, come quello della Banca d’Italia sulla ricchezza degli italiani.

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