Un pensionato di Rovereto ha recentemente affrontato una battaglia legale con l’INPS, che gli chiedeva la restituzione di quasi 26mila euro in assegni pensionistici per un periodo di lavoro intermittente dopo essere andato in pensione con quota 100. Inoltre, l’INPS aveva sospeso l’accredito della pensione per i restanti mesi del 2023. La vicenda è finita in tribunale e il giudice Cuccaro ha emesso una sentenza a favore del pensionato, stabilendo che la non cumulabilità tra pensione e redditi da lavoro dipendente deve riguardare solo i mesi in cui il pensionato ha percepito un altro reddito, non l’intero anno solare.
Il pensionato, un tecnico specializzato, aveva deciso di andare in pensione con quota 100 dopo lunghi anni di lavoro dipendente. Tuttavia, in seguito ha ricevuto delle chiamate dall’ex datore di lavoro per alcuni interventi che richiedevano le sue competenze e conoscenze. Dopo aver ricevuto rassicurazioni sul fatto di poter prestare la sua opera “in chiaro”, il pensionato ha accettato di tornare a lavorare per brevi periodi.
La situazione si è complicata quando l’INPS ha chiesto la restituzione degli assegni pensionistici erogati al pensionato durante il periodo di lavoro intermittente, decidendo inoltre di interrompere l’accredito della pensione per i restanti mesi del 2023. Il pensionato ha quindi deciso di rivolgersi a un avvocato, Francesco Saverio Dalba, che ha portato la questione davanti al giudice Cuccaro.
La sentenza emessa dal giudice Cuccaro è stata a favore del pensionato, stabilendo che la non cumulabilità tra pensione e redditi da lavoro dipendente deve riguardare solo i mesi in cui il pensionato ha percepito un altro reddito. Pertanto, il pensionato non dovrà restituire l’intero importo richiesto dall’INPS, ma solo per i mesi in cui ha lavorato. Questa decisione ha rafforzato l’orientamento già espresso dal tribunale di Torino riguardo alla non cumulabilità tra pensione e redditi da lavoro.
In conclusione, la vicenda del pensionato di Rovereto è un esempio di come le normative sulla pensione siano soggette a interpretazioni e aggiustamenti in base alle singole situazioni. La sentenza del giudice Cuccaro ha fatto discutere, ma ha anche rappresentato una vittoria per il pensionato e potrebbe avere un impatto significativo su casi simili in futuro.
– Quota 100
– Giudice Cuccaro
– Francesco Saverio Dalba
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