Pensione quota 41 o con 42 anni e 10 mesi di contributi.

I lavoratori che si stanno avvicinando alla pensione anticipata si trovano di fronte a decisioni importanti da prendere. È il caso di un nostro lettore che si chiede se sia conveniente andare in pensione con la quota 41 per i precoci o restare a lavorare per altri due anni per ottenere una pensione anticipata ordinaria più vantaggiosa.

La possibilità di andare in pensione con quota 41 è prevista per coloro che hanno almeno un anno di contributi versati prima dei 19 anni, nonché per invalidi con almeno il 74% di invalidità, caregiver di un parente disabile grave e disoccupati che hanno terminato di percepire la Naspi da almeno tre mesi. Inoltre, è una misura dedicata anche a coloro che svolgono un lavoro gravoso. Tuttavia, la pensione calcolata su 41 anni di contributi versati sarà inferiore a quella calcolata su 42 anni e 10 mesi di contributi versati.

Il coefficiente di trasformazione utilizzato dall’INPS per determinare la rendita pensionistica è più favorevole quando l’età è più elevata, quindi lavorare altri 22 mesi potrebbe portare a una pensione anticipata ordinaria più vantaggiosa. Inoltre, entrambe le pensioni sono calcolate con il sistema misto, che prevede il calcolo retributivo fino al 31 dicembre 1995 o al 31 dicembre 2011, a seconda del numero di anni di carriera antecedenti il 1996, e il calcolo contributivo per i periodi successivi.

La scelta tra la quota 41 per i precoci e la pensione anticipata ordinaria dipende quindi dalle singole circostanze del lavoratore. È importante considerare la differenza di importo tra le due opzioni e valutare quali benefici siano più vantaggiosi, sia in termini finanziari che di qualità della vita.

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