Michelle O’Neill ha fatto la storia diventando la prima leader di Sinn Fein a non essere stata un militante dell’Ira. Nata nel 1977 in County Tyrone, la O’Neill è cresciuta in una famiglia coinvolta nella politica, con il padre Brendan Doris come ex militante dell’Ira finito in prigione e lo zio Paul ucciso dalle forze speciali britanniche.
La sua vita è stata segnata da tragedie personali, diventando madre a soli 16 anni e affrontando le difficoltà di crescere un bambino in giovane età. Questa esperienza, ha detto la O’Neill, l’ha resa più forte e le ha insegnato a gestire situazioni difficili.
Dopo essersi affiliata a Sinn Fein a 21 anni, la O’Neill ha iniziato la sua carriera politica locale, diventando prima consigliere e poi sindaco di South Tyrone. Nel 2007 è stata eletta all’Assembly, il Parlamento nordirlandese, nella circoscrizione che era stata di suo padre.
Durante la pandemia, la O’Neill ha giocato un ruolo importante come ex ministro della Sanità in Irlanda del Nord. Tuttavia, ha ricevuto critiche per la sua partecipazione al funerale di Bobby Storey, un veterano dell’Ira, in violazione del lockdown in vigore all’epoca.
Nonostante ciò, la O’Neill ha sempre mantenuto un tono moderato e ha espresso il desiderio di essere la leader di tutti, cattolici e protestanti. Ha anche espresso opinioni molto chiare, come ad esempio il suo dissenso nei confronti della Brexit, da lei definita “una catastrofe per l’Irlanda”.
La O’Neill ha dichiarato di voler perseguire l’obiettivo di Sinn Fein di riunificare l’Irlanda, definendo questo obiettivo come “a portata di mano”. Nonostante le sfide e le critiche, la sua leadership rappresenta un cambiamento significativo per Sinn Fein, con la speranza di un futuro migliore per l’Irlanda del Nord.
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