Cuoco riminese assolto truffa disoccupazione non accertata

Sentenza di non luogo a procedere per truffa legata a licenziamenti falsi

Un 53enne riminese, difeso dall’avvocato Alvaro Rinaldi, è stato oggetto di una sentenza di non luogo a procedere insieme ad altri 14 co-imputati in un processo che riguardava truffa in concorso a danno dello Stato e dell’Inps. Al centro delle accuse c’erano i legali rappresentanti di una società di servizi del ravennate, specializzata nella somministrazione di manodopera a favore di società di gestione di stabilimenti balneari e hotel di Milano Marittima.

Il 53enne lavorava nella cucina di un’attività ristorativa della Riviera, passata in gestione, tramite contratto d’affitto d’azienda, alla società di servizi. La Procura aveva analizzato uno scambio di e-mail tra le parti, nella prima il 53enne aveva chiesto il licenziamento. Il processo verte, tra le accuse, su un’ipotesi di truffa legata a falsi licenziamenti per giustificato motivo che permettevano ai lavoratori di prendere la Naspi, l’indennità di disoccupazione. Secondo l’accusa, il 53enne si era messo d’accordo con il suo datore di lavoro per incassare, dopo il licenziamento, 22.000 euro di sussidi.

Applicazione della riforma Cartabia

Il giudice ha disposto il non luogo a procedere, applicando una riforma introdotta dalla legge Cartabia sull’art.425 del codice di procedura penale, pensata per alleggerire il carico dei processi sui tribunali: ora il giudice può disporre sentenza di non luogo a procedere anche quando gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna.

Nel caso del 53enne e degli altri 14 co-imputati, si è applicata la prescrizione, mentre in altri casi si è proceduto al rinvio a giudizio o al patteggiamento.

– Sentenza di non luogo a procedere
– Riforma Cartabia
– Truffa per prendere disoccupazione


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