Gioventù debole in paese sempre più vecchio

L’anomalia demografica italiana
L’anomalia italiana non è la longevità, ma l’avere sempre meno giovani, caratterizzati oltretutto da una debole presenza nella società e nel mondo del lavoro. Le nuove generazioni devono spostarsi al centro dei processi che generano benessere e sviluppo.
Struttura demografica con base sempre più stretta
I dati del Censimento pubblicati dall’Istat a fine 2023 forniscono le coordinate principali del percorso demografico del nostro paese. Ci dicono che il numero dei residenti dal 2014 è in continua diminuzione e che siamo entrati nel 2023 sotto i 59 milioni di abitanti. Nel corso dell’ultimo anno la popolazione è ulteriormente scesa, trascinata verso il basso da un divario tra nascite e decessi che rimane ampiamente negativo, solo in parte compensato dal saldo migratorio. Una diminuzione che procede in modo differenziato lungo la dimensione territoriale e dell’età.
Il Censimento mostra come la perdita di abitanti sia in larga parte concentrata nel Sud Italia e nei centri con meno di 5 mila abitanti (che sono oltre i due terzi dei comuni italiani). Lasciare che gli squilibri demografici aumentino significa lasciare che diventino ancor più fragili i territori già più fragili. E mostra come, rispetto a una popolazione anziana che continua a crescere, sia in spiccata riduzione la consistenza quantitativa delle nuove generazioni.
Una spirale che trascina tutto al ribasso
Un paese che non subisce i cambiamenti, ma li governa, evita un indebolimento quantitativo eccessivo delle nuove generazioni e cerca di favorire un miglioramento qualitativo del loro contributo qualificato nei processi di sviluppo economico e sociale. Il mondo è sempre più complesso, la sfida della transizione verde e digitale richiede competenze sempre più solide e avanzate. Il ruolo delle nuove generazioni nelle economie più mature è quindi quello di rinnovare la forza lavoro portando energie e intelligenze che diventino leva per la crescita competitiva e sostenibile delle aziende e delle organizzazioni, su tutto il territorio nazionale.
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Alessandro Rosina
Alessandro Rosina è professore è ordinario di Demografia e Statistica sociale alla Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, dove dirige il “Center for Applied Statistics in Business and Economics”. E’, inoltre, Consigliere esperto del CNEL, coordinatore scientifico dell’”Osservatorio giovani” dell’Istituto Toniolo, co-coordinatore di Alleanza per l’Infanzia, membro del comitato di direzione di Osservatorio senior e di Futura Network (ASviS).
– Struttura demografica con base sempre più stretta
– Figura 1 – Variazione della popolazione in età 30-34 anni. Periodo 2002-2022
– Figura 2 – Variazione della popolazione in età 85 e oltre. Periodo 2002-2022
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