Vino come le sigarette, l’Irlanda notifica alla Wto il progetto delle etichette allarmistiche

Nel pomeriggio del 6 febbraio le autorità di Dublino hanno notificato alla Wto a Ginevra la propria proposta di introdurre in ambito nazionale l’obbligo di etichettatura sanitaria delle bevande alcoliche con diciture del tipo «l’alcol nuoce seriamente alla salute». Da questo momento decorrono 90 giorni per la presentazione di eventuali opposizioni.
A comunicarlo stamattina, l’europarlamentare Partito Democratico e membro della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento, Paolo De Castro. «Ora la battaglia si sposta a Ginevra – ha commentato De Castro – dove dovremo trovare alleati in ambito internazionale, a partire dagli Stati Uniti. Per questo siamo in contatto con la Missione statunitense a Bruxelles, in modo che anche Washington possa sollevare osservazioni in sede Omc. Non ci diamo per vinti – ha concluso De Castro – e continueremo a lavorare per combattere una norma non solo sbagliata e discriminatoria nei riguardi di migliaia di produttori d’eccellenza italiani ed europei, ma che rappresenta anche una barriera commerciale anche in ambito internazionale».
«Un ’iniziativa – ha commentato la Coldiretti – assunta sebbene i pareri contrari di Italia. Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di possibili iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici».
«Ora e il momento che i partner internazionali in ambito di Omc – ha commentato la presidente di Federvini, Micaela Pallini – sollevino le loro preoccupazioni in riguardo alla proposta irlandese, che rappresenta un chiaro ostacolo al commercio internazionale. L’Irlanda li ascolterà o rimarrà sorda come ha fatto con i commenti dei partner dell’UE? Facciamo un ricorso al Governo italiano: dopo avere guidato la battaglia in Europa invitiamo il Governo Meloni a fare altresi al livello di Omc, creando una coalizione di Paesi a sostegno delle nostre posizioni».
Un 3º degli Stati membri dell’Ue, a partire dall’Italia – fanno sapere da Federvini – ha domandato alla Commissione, in una lettera comune di pochi giorni fa, di cominciare discussioni approfondite con le autorità irlandesi allo scopo di garantire un adeguato livello di informazione dei consumatori, evitare barriere commerciali e mantenere l’uniformità e la fluidità del mercato unico. In questo caso, però, la Commissione non ha dimostrato alcuna volontà di agire in difesa dei Trattati UE, del mercato unico e della propria legislazione comunitaria.
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