Wall Street è da mesi al centro dell’attenzione per i suoi alti e bassi, con effetti come il “Rally di Santa Claus” e l’attesa dell'”effetto gennaio” che dovrebbe far salire l’indice S&P del 10% entro fine anno. Tuttavia, nonostante le previsioni ottimistiche, sono emersi segnali di incertezza che fanno riflettere sul reale stato dell’economia.
Il mercato azionario americano ha avuto una buona performance negli ultimi mesi del 2023, con un aumento del 16% (e addirittura del 20% per il Nasdaq). Tuttavia, le prospettive di un drastico calo dei tassi Fed e il conseguente crollo dei rendimenti del Treasury sono stati il principale motore di questa crescita.
Il cosiddetto “effetto gennaio” sembra non aver ancora prodotto i risultati sperati, con l’indice S&P che è rimasto sostanzialmente piatto, nonostante uno strano balzo dell’1,4% nella seduta dell’8 gennaio. Nonostante ciò, la statistica mostra che da 1928 a oggi, il primo mese dell’anno ha prodotto in media rialzi dell’1,2%, con uno 2,5% per il Nasdaq dal 1971.
Anche l’effetto combinato di novembre e dicembre, negli ultimi 95 anni, è stato pari a un rialzo del 2,3% e non del 16%, come avvenuto lo scorso anno. Questo dimostra che le previsioni e le statistiche hanno il loro peso, ma non possono essere considerate come un dato assoluto.
Nonostante le incertezze, gli operatori rimangono ottimisti sull’economia globale e sulle prospettive della borsa. Tuttavia, alcuni segnali di pericolo si intravedono, come un possibile “allentamento delle politiche fiscali”, soprattutto visto il debito nazionale Usa che sfiora il 130% del pil.
Le previsioni degli analisti delle grandi banche d’investimento sono comunque molto positive, con proiezioni di crescita dell’economia americana attorno al 2% e un’accelerazione dell’economia europea, in contraddizione con i dati della Bce che indicano uno scenario tutt’altro che in crescita.
Ciò che lascia perplessi è che questi rosei scenari sono giustificati da dati perfettamente autoreferenziali, come nel caso di Goldman, che cita il miglioramento degli indici Zew e Sentix, costruiti sull’umore degli operatori di borsa, senza considerare dati economici concreti e prospettici.
Quindi, nonostante l’ottimismo dominante, è necessario tenere presente che le previsioni positive potrebbero non essere supportate da una reale crescita economica, soprattutto alla luce dei dati negativi emersi dagli indici economici e dalla situazione complessiva dell’economia globale.
– Effetto gennaio
– Effetto novembre e dicembre
– Rally di Santa Claus
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