Giovani e lavoro autonomo nelle professioni contabili cosa succede?
Il futuro delle professioni contabili in Italia: la diminuzione dei giovani e le sfide per il settore
Recenti rapporti e dati statistici mettono in luce una tendenza preoccupante per le professioni contabili in Italia: la diminuzione dei giovani e dei giovanissimi che scelgono di intraprendere questa carriera professionale. Questo fenomeno non riguarda solo i commercialisti, ma coinvolge anche i consulenti del lavoro, evidenziando una generale riduzione del ricambio generazionale all’interno di queste categorie professionali.
Il Rapporto annuale 2023 della Fondazione Nazionale dei commercialisti sottolinea come, al 31 dicembre 2022, ci sia stato un decremento dell’8,4% nel numero di iscritti al Registro dei tirocinanti, con una diminuzione in valore assoluto di 1.173 iscritti. Inoltre, si registra una diminuzione della componente femminile degli iscritti all’Albo, passata al 33,7% (-1% rispetto al 2021), e una riduzione del 17,1% degli iscritti fino ai 40 anni.
Anche per i consulenti del lavoro, il trend è simile. Secondo il Rapporto annuale sulla professione elaborato dall’Ufficio Studi dei consulenti del lavoro, si è verificata una diminuzione del numero dei giovani iscritti, con una diminuzione della quota di iscritti fino ai 40 anni d’età e un incremento dell’incidenza delle fasce di giovanissimi, con meno di 30 anni. Inoltre, si è registrato un forte processo di femminilizzazione della professione, con un profilo decisamente più giovane delle donne rispetto agli uomini.
Questa situazione preoccupante può essere ricondotta a diversi fattori. Da un lato, c’è un tradizionale disinteresse della legislazione sociale nei confronti dell’occupazione indipendente, e dall’altro c’è una marcata crisi reddituale dei professionisti contabili, soprattutto nelle regioni meridionali. Questo ha portato i giovani a preferire scelte lavorative di tipo subordinato, in cerca di occupazioni più remunerative e soddisfacenti.
Per affrontare questa sfida e invertire la tendenza, sono necessarie politiche di incentivazione all’aggregazione professionale per superare il nanismo degli studi. Strutture aggregate, composte da soci professionisti esperti più anziani affiancati da giovani motivati e specializzati, potranno gestire al meglio incarichi complessi e rilevanti, favorendo la crescita dimensionale degli studi e aumentandone la competitività e l’attrattività rispetto ai giovani.
In conclusione, il settore delle professioni contabili in Italia deve affrontare con determinazione questa sfida, cercando di rendere più allettante e sostenibile la carriera per i giovani, e favorendo una maggiore collaborazione e sinergia tra professionisti di diverse generazioni. Solo così si potrà garantire un futuro solido e promettente per queste importanti categorie professionali.
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