Pensione per i giovani un sogno irraggiungibile?
In Italia, il dibattito sulla previdenza si fa sempre più acceso, con particolare attenzione sulle prospettive per i giovani. Secondo i dati dell’Ocse, un neoassunto nel 2022 andrà in pensione a 71 anni, facendo dell’Italia uno dei Paesi sviluppati con l’età pensionabile più alta dopo la Danimarca. Tuttavia, nonostante queste proiezioni, si continua a etichettare gli under 35 come pigri e poco desiderosi di lavorare.
La situazione previdenziale italiana viene analizzata nel rapporto Pensions at a Glance dell’Ocse, che evidenzia come l’aumento dell’età pensionabile sia strettamente legato all’aspettativa di vita. Ci si trova quindi di fronte a un mercato del lavoro con pochi lavoratori che dovranno reggere su di sé un sistema previdenziale gravato da storture e dalle conseguenze dell’inverno demografico denunciato dall’Istat.
La questione dei bassi salari è un altro elemento critico che incide sul futuro pensionistico dei giovani. Secondo l’Ocse, i salari reali in Italia sono scesi del 7% rispetto al periodo precedente la pandemia, e questo andrà a influire direttamente sull’importo delle pensioni per le future generazioni.
Con un panorama così complesso, molti giovani si trovano a vivere un’«eterno presente», puntando le loro priorità valoriali altrove, come indicato dai dati che collocano il lavoro solo al sesto posto tra i valori della Gen Z. Inoltre, la precarietà e le carriere discontinue contribuiscono a creare vuoti contributivi che compromettono ulteriormente la prospettiva di una pensione sicura.
Di fronte a questa situazione, si rende sempre più urgente una riflessione sulle politiche previdenziali e lavorative. I sindacati sostengono da mesi la necessità di una pensione di garanzia per aiutare le nuove generazioni, ma al momento le risposte a queste istanze non sembrano all’orizzonte.
In conclusione, l’incertezza del futuro pensionistico per i giovani italiani richiede una seria riflessione sulla sostenibilità del sistema previdenziale e sull’effettiva tutela dei lavoratori più giovani. Soltanto affrontando con determinazione queste questioni si potrà garantire un futuro più sicuro e dignitoso per le prossime generazioni.
– giovani in pensione mai ma anche giovani
– dati Ocse ci dicono che un neoassunto nel 2022 andrà in pensione a 71 anni
– inverno demografico denunciato a più riprese dall’Istat e associato al fenomeno delle culle vuote
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