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Nuovo record occupazionale, tasso disoccupazione al 7,2%

L’occupazione in Italia è in costante crescita, con il tasso di disoccupazione che è sceso al 7,2% a dicembre 2023. Questo è il livello più basso dal dicembre 2008, e testimonia un’importante tendenza positiva per il mercato del lavoro. Tuttavia, non tutto è positivo, poiché c’è anche un aumento del numero di inattivi, ovvero coloro che non hanno lavoro né lo cercano. Questo fenomeno può essere segno di scoraggiamento da parte di alcuni individui.

D’altra parte, il numero di occupati a dicembre 2023 ha raggiunto un nuovo record, con 23 milioni e 754mila persone impiegate. Questo numero è in aumento rispetto all’anno precedente, evidenziando un trend positivo per l’occupazione nel paese. Tuttavia, c’è anche da considerare la qualità dell’occupazione, poiché si registra un aumento del numero di contratti di lavoro che sono al di sotto del salario minimo, con 1,3 milioni di contratti che rientrano in questa categoria.

Sul versante dei salari, l’Istat ha riportato un aumento del 3,1% nell’anno 2023 per gli stipendi contrattuali. Questo dato è incoraggiante e testimonia un miglioramento della situazione economica per i lavoratori. Tuttavia, l’Istituto avverte che a gennaio 2024 si registrerà una variazione congiunturale negativa a causa dell’anticipo dell’incremento dell’indennità di vacanza contrattuale per i dipendenti a tempo indeterminato delle amministrazioni statali.

Inoltre, è interessante notare che a fine dicembre 2023, i contratti collettivi nazionali in vigore riguardano il 47,6% dei dipendenti e corrispondono al 48,1% del monte retributivo totale. Tuttavia, ci sono anche 29 contratti in attesa di rinnovo che coinvolgono circa 6,5 milioni di dipendenti, il 52,4% del totale. Questo indica che la situazione contrattuale nel paese è sempre soggetta a modifiche e aggiornamenti.

In generale, l’andamento dell’occupazione e dei salari in Italia è incoraggiante, ma ci sono anche segnali di criticità che richiedono attenzione e interventi mirati per migliorare la situazione complessiva del mercato del lavoro. Sono necessarie politiche attive che puntino a creare più occupazione e a migliorare la qualità del lavoro offerto, con particolare attenzione al fenomeno dei contratti a basso salario e alla situazione dei lavoratori inattivi.

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