Pensioni uscita anticipata sempre più lontana, rischio calo assegno
In Italia, il momento del pensionamento rischia di allontanarsi per milioni di giovani, e con esso anche l’assegno pensionistico potrebbe diventare più magro. Secondo un’indagine effettuata da Moneyfarm, società di consulenza finanziaria indipendente, il rapporto spesa pensionistica/PIL salirà al 16,2% nel 2024, dal 15,8% del 2023, e questo aumento inciderà in modo significativo sul futuro del sistema pensionistico e dei cittadini.
La legge di Bilancio del 2024 ha modificato le regole non solo per chi è vicino all’età pensionabile, ma anche per coloro che hanno cominciato a lavorare a partire dal 1996 e che rientrano nel sistema di calcolo contributivo. Questo implica che per i lavoratori “giovani” si allontana la possibilità di pensione anticipata tre anni prima del requisito di vecchiaia e che il valore della pensione dovrà essere pari ad almeno 1.320 euro netti al mese, aumentando notevolmente la soglia rispetto al passato.
La situazione è resa ancora più evidente dal fatto che la previdenza integrativa rimane ancora poco diffusa in Italia, con solo il 26% degli italiani che sta attivamente mettendo da parte risparmi in strumenti di previdenza complementare. Inoltre, a fine 2022, si registrano quasi 2,5 milioni di persone che possiedono un fondo pensione ma che hanno smesso di versare, dei quali circa la metà da oltre 5 anni.
L’identikit dell’aderente medio alla previdenza integrativa rivela che si tratta di un uomo di 47 anni che versa 177 euro al mese e, alla fine, preferisce riscuotere l’intero capitale anziché optare per una pensione mensile. Questo dimostra che c’è ancora molta disinformazione e poca consapevolezza riguardo alla previdenza integrativa e ai vantaggi di pianificare il proprio futuro pensionistico in modo più oculato.
Andrea Rocchetti, Global Head of Investment Advisory di Moneyfarm, sottolinea l’importanza di occuparsi del proprio futuro integrando la pensione pubblica con una qualche forma di previdenza complementare. Inoltre, invita l’industria del risparmio gestito ad attivarsi per stimolare la consapevolezza riguardo all’inadeguatezza della sola previdenza pubblica e ad accompagnare lavoratori e non nella scelta della forma di pensione integrativa più adatta alle loro esigenze. In questo modo, potremmo superare l’inerzia che spesso impedisce di pensare concretamente al proprio benessere futuro.
Insomma, la situazione delle pensioni in Italia è complessa e richiede un maggiore impegno da parte delle istituzioni e dei cittadini stessi per garantire un futuro pensionistico più sostenibile per tutti.
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