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Perequazione 2024 nuove penalizzazioni per pensioni medio-alte -…

**Rivalutazione delle pensioni INPS: le novità del 2023 e le prospettive per il 2024**

Il messaggio INPS 4050 del 15/11/23 ha preso atto che la variazione percentuale definitiva calcolata dall’Istat per l’anno 2022, da utilizzare ai fini della perequazione automatica delle pensioni per l’anno 2023, “è stata pari al + 8,1%“, rispetto alla svalutazione previsionale del + 7,3%.

Inoltre il conguaglio positivo spettante anzidetto (+ 0,8%), ai sensi dell’art. 1 del d.l. 145/2023 e per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2023, “è stato anticipato al 1° dicembre 2023”(solitamente avviene nei primi mesi dell’anno successivo a quello da conguagliare).

Competono quindi, a ciascun pensionato, gli arretrati relativi ai primi 11 mesi 2023 di pensione, mentre  per dicembre 2023 e tredicesima gli importi sono già aggiornati.

Naturalmente anche il + 0,8% anzidetto sarà attribuito secondo gli abbattimenti di cui alla legge 197/2022, vale a dire: 100% = + 0,800% fino a 4 volte il minimo INPS; 85% = + 0,680% oltre 4 e fino a 5 volte il minimo;  53%= + 0,424% oltre 5 e fino a 6 volte il minimo;  47%= + 0,376% da 6 a 8 volte il minimo; 37%= + 0,296% da 8 a 10 volte il minimo; 32%= + 0,256% oltre 10 volte il minimo.

Agisce, anche in questo caso, un meccanismo di garanzia che interviene quando, calcolando la perequazione con la percentuale di propria spettanza (sulla base del valore complessivo della pensione personale), il risultato ottenuto è inferiore al limite della fascia precedente, anch’esso perequato, importo che viene comunque assicurato.

Infine, ai sensi del D.M. congiunto Economia-Lavoro del 27/11/2023, è stato stabilito, visto l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati ( senza tabacchi) registrato dall’ Istat nei primi 9 mesi 2023 e sulla stima ottimistica (cioè inflazione in chiara diminuzione) degli ultimi 3 mesi, l’indice di rivalutazione provvisoria del + 5,4 % per le pensioni 2024,  a valere dal 1° gennaio 2024, salvo conguaglio (positivo, più probabile, o negativo o nullo) da stabilire a fine anno 2024.

Qui di seguito vengono riportati gli indici di svalutazione (provvisori e definitivi) e di rivalutazione degli ultimi 18 anni.

![Svalutazione e perequazione](https://www.startmag.it/wp-content/uploads/Immagine-2024-01-02-110735.jpg)

Per effetto dell’anzidetto D.M., nonché delle Circolari INPS, oltre che delle disposizioni dell’ultima legge di bilancio (in particolare legge 30/12/2023, n.213 su suppl. ord. n. 40  alla G.U. 303 del 30/12/2023), nel 2024 il trattamento minimo INPS passa da 567,94 €/mese (dopo conguaglio) a 598,60 €/mese; il valore dell’assegno sociale da 507,03 €/mese a 534,40 €/mese; la pensione sociale passa da 417,05 €/mese a 439,57 €/mese (sempre dopo conguaglio  operato sui valori 2023).

Pertanto dal 1° gennaio 2024, visto il perdurare di robusti tassi di svalutazione e per non aggravare ulteriormente i danni permanenti causati dai criteri rivalutativi introdotti dalla legge 197/2022 (prima legge di bilancio Meloni), anziché ritornare alla rivalutazione a scaglioni rispetto ai diversi importi di una stessa pensione, si é proseguito con i ben più penalizzanti ed ingiusti criteri introdotti dal Governo Letta con legge 147/2013, secondo cui la rivalutazione avveniva, ed avviene, secondo una unica percentuale, decrescente rispetto al valore complessivo dell’assegno e sull’intera misura di una singola pensione, senza alcuna fascia di garanzia rivalutativa vera almeno per una quota parte dell’assegno pensionistico.

Quindi dal 2024 le pensioni INPS, ex INPDAP, avranno il seguente sviluppo, sulla base delle diverse fasce di importo complessivo ( partendo naturalmente dal minimo INPS 2023 conguagliato di 567,94 €):

– Fino a 4 volte minimo INPS 2023 ( 2.271,76 €) + 100% indice Istat= + 5,400 % di aumento;
– Da 4 a 5 volte “     ( da 2.271,77  a 2.839,70 €) + 85%  indice Istat= + 4,590 % di aumento;
– Da 5 a 6 volte “     ( da 2.839,71  a 3.407,64 €) + 53%  indice Istat= + 2,862 % di aumento;
– Da 6 a 8 volte “     ( da 3.407,65  a 4.543,52 €) + 47%  indice Istat= + 2,538 % di aumento;
– Da 8 a 10 volte “     ( da 4.543,53  a 5.679,40 €) + 37%  indice Istat= + 1,998 % di aumento;
– Oltre 10 volte “     ( da 5.679,41 € in poi ) + 22%  indice Istat= + 1,188 % di aumento.

Il meccanismo di rivalutazione individuato, nonché la grossolanità dei tagli alla rivalutazione stessa (anche il Governo Letta nel 2013 si era fermato al 40% dell’incremento spettante,  ma oggi siamo al 22%), fanno pensare che il legislatore odierno pensi più a ri-tassare le pensioni medio-alte in godimento piuttosto che difenderne il valore dagli insulti inflattivi.

Inoltre questa tassazione impropria, che rappresenta però una vera “patrimoniale” sulle pensioni medio-alte, non possiede neppure i requisiti richiesti al prelievo tributario legittimo, come la generalità del prelievo e la proporzionalità dello stesso. Si distribuiscono infatti contemporaneamente penalizzazioni o favori, senza garantire la giustizia fiscale.

Con tali premesse, le pensioni medio-alte non vengono, di fatto, rivalutate nel 2024, ma si continua a “fare cassa” a danno di persone anziane, che devono già scontare un decadimento del nostro sistema di welfare.

La rivalutazione delle pensioni INPS è quindi un tema delicato che merita un’attenzione maggiore da parte del legislatore, in modo da garantire ai pensionati una rivalutazione equa e proporzionata, in linea con i principi costituzionali e di giustizia sociale.

Inoltre, è importante considerare il ruolo delle istituzioni nel garantire la sostenibilità del sistema pensionistico, senza penalizzare ingiustamente le categorie più vulnerabili. La tutela delle pensioni è un dovere fondamentale per garantire il benessere degli anziani e preservare il valore del lavoro svolto.

Infine, la questione della rivalutazione delle pensioni INPS dovrebbe essere valutata attentamente dalla magistratura competente per assicurare il rispetto dei principi costituzionali e dei diritti dei pensionati.

In conclusione, la rivalutazione delle pensioni INPS rappresenta un tema di grande rilevanza sociale e economica, che richiede un approccio equo e responsabile da parte delle istituzioni e del legislatore. Soltanto garantendo una rivalutazione equa e proporzionata, si potrà assicurare ai pensionati la dignità e la sicurezza economica che meritano.

– Istat variazione percentuale
– Conguaglio positivo
– Indice di rivalutazione


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