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Piazza Affari solo il 5% delle società ha una ceo. Ecco i loro…

Il tema della presenza femminile nei ruoli di leadership all’interno delle grandi società quotate in borsa è sempre stato al centro dell’attenzione e, purtroppo, i dati attuali confermano una situazione ancora molto sbilanciata.

In particolare, se ci concentriamo sulle società del Ftse Mib, il dato più recente rivela che solo una su 40 è guidata da una donna nel ruolo di ceo, corrispondente al 2,5% del totale. Si tratta di un numero estremamente basso, che evidenzia quanto sia ancora lontano il traguardo dell’equità di genere nelle posizioni manageriali più alte.

La sola donna a ricoprire il ruolo di ceo all’interno del Ftse Mib è Giuseppina Di Foggia, la quale è stata nominata nel maggio 2023 al vertice di Terna, un importante passo avanti ma ancora troppo isolato per poter realmente parlare di cambiamento sostanziale.

Se allarghiamo l’analisi anche alle società quotate sul mercato regolamentato, i numeri non migliorano significativamente, rimanendo comunque a livelli molto bassi. Questo conferma che si tratta di una criticità diffusa a tutto il panorama delle grandi imprese italiane, e che non riguarda solamente una specifica fetta di mercato.

Questa scarsa presenza femminile nei ruoli di leadership è un sintomo di una cultura aziendale e sociale che ancora fatica a riconoscere e valorizzare il talento e le competenze delle donne. La mancanza di rappresentatività femminile nelle posizioni decisionali può limitare la diversità di prospettive all’interno delle aziende, e di conseguenza anche la capacità di innovazione e adattamento alle sfide del mercato.

Per invertire questa tendenza, è necessario promuovere politiche e azioni concrete volte a favorire l’accesso delle donne ai ruoli dirigenziali, attraverso la valorizzazione del merito e la creazione di un ambiente di lavoro più inclusivo e equo. Le quote rosa, seppur dibattute, potrebbero rappresentare uno strumento temporaneo per accelerare questo processo, ma è fondamentale che vengano affiancate da politiche a lungo termine volte a creare condizioni paritarie per uomini e donne all’interno delle organizzazioni.

Solo attraverso un impegno comune da parte delle imprese, delle istituzioni e della società nel suo complesso sarà possibile raggiungere una reale parità di genere nei ruoli di leadership, superando stereotipi e pregiudizi ancora presenti nel mondo del lavoro. Questo non solo rappresenterebbe un importante passo avanti in termini di giustizia sociale, ma anche un vantaggio competitivo per le aziende stesse, che potrebbero beneficiare della varietà di competenze e punti di vista che una leadership più diversificata può portare.

– Diversità di genere
– Ruolo di ceo
– Presenza femminile


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