Ocse denuncia Pil risente, serve azione su disoccupazione femminile e Neet
L’Italia ha un problema di disoccupazione tra le donne e i giovani NEET (che non sono né occupati né in formazione). Secondo l’Ocse, risolvere questo problema potrebbe portare a un aumento del PIL pro capite del 3,5% entro il 2050.
L’Ocse sottolinea che l’incremento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, l’incremento dell’istruzione terziaria e la riduzione del divario di genere potrebbero portare a miglioramenti significativi.
Tuttavia, l’Italia ha uno dei tassi più bassi di partecipazione femminile al mercato del lavoro, che si ferma al 52%, ben al di sotto della media dell’Ocse. La presenza di stereotipi nel percorso educativo potrebbe essere una delle cause, oltre a problemi fiscali e alla difficoltà per le donne di conciliare la vita familiare con la carriera.
Anche il numero di iscritti all’istruzione terziaria è basso, con una quota di laureati tra i 25 e i 34 anni tra le più basse dell’Ocse. L’emigrazione di neolaureati è stata di circa 110.000 persone tra il 2011 e il 2021.
L’Ocse suggerisce di rafforzare e ampliare le politiche attive sul lavoro per incentivare l’assunzione di un impiego e garantire un deciso potenziamento del sistema di formazione. Inoltre, la creazione di una nuova piattaforma digitale (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, Siisl) rappresenta un passo positivo.
In sintesi, l’Italia ha bisogno di politiche attive e di maggiori incentivi per l’occupazione femminile e l’istruzione terziaria al fine di aumentare il PIL pro capite e migliorare la qualità della vita sociale e personale degli italiani.
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