Economia circolare globale in calo, Italia in crisi
Il tasso di circolarità dell’economia globale è sceso in cinque anni dal 9,1% al 7,2% (dato 2023), mentre il consumo mondiale dei materiali si attesta ad una preoccupante cifra di oltre cento miliardi di tonnellate all’anno.
I cambiamenti climatici e la necessità della transizione ecologica dovrebbero indirizzarci verso una maggiore circolarità, ma l’economia mondiale pare andare contro la logica e continua a riciclare e riutilizzare di meno.
Se consideriamo le prime cinque economie europee, l’Italia resta la più circolare ma fa segnare un peggioramento in alcuni indicatori chiave, quali il tasso di uso circolare della materia e la produttività delle risorse. A riferirlo è il rapporto nazionale sull’economia circolare, giunto alla sua quinta edizione e realizzato dal Circular Economy Network (CEN) in collaborazione con ENEA.
“Accelerare la transizione all’economia circolare contribuirebbe sensibilmente a migliorare le condizioni del pianeta. In particolare, l’estrazione di materiale vergine potrebbe diminuire di oltre un terzo (-34%) e le emissioni di gas serra potrebbero essere ridotte, contribuendo a limitare l’aumento della temperatura globale entro i 2°C”, si legge nel rapporto. Senza dimenticare pure gli evidenti benefici economici che ne deriverebbero, perché in un contesto di inflazione le strategie tese al recupero di materia ed energia hanno un marcato effetto deflattivo.
“Occorre accelerare, anche per combattere l’inflazione: se il costo delle materie prime e delle risorse aumenta, la circolarità è una risposta concreta alla crisi”, ha dichiarato Edo Ronchi, presidente del CEN.
In generale, il CEN chiede che sia rispettato il cronoprogramma di attuazione della Strategia nazionale per l’economia circolare, recependo tempestivamente le misure europee, rafforzando il sostegno alle imprese ed attuando le misure di fiscalità ecologica.
Tale calo italiano si spiega con l’aumento del consumo interno di materiali tra il 2020 ed il 2021 (+14,7%) a fronte di una più modesta crescita economica (Pil +6,7%), oltre che con il rilevante incremento di consumo di minerali.
Altre proposte riguardando l’attuazione di riforme per azzerare il consumo netto di nuovo suolo e per la gestione efficiente circolare delle risorse idriche. Infine, il CEN ritiene utile l’adozione di un programma nazionale per il consumo sostenibile e circolare, previa istituzione e consultazione di un forum di stakeholder.
Il rapporto 2023 è stato accompagnato anche da un’indagine sugli stili di consumo – realizzata da CEN e Legacoop in collaborazione con Ipsos – che ha confermato l’interesse degli italiani per l’economia circolare. Negli ultimi tre anni, infatti, circa un italiano su due (il 45% degli intervistati) ha acquistato un prodotto usato, uno su tre (36% del campione) uno rigenerato.
Tra gli altri esiti più rilevanti, la sharing economy pare piacere ai più giovani (la fascia di età tra i 18 ed i 30 anni ricorre più della media a leasing, noleggio e sharing, con un +10-11%) ed oltre l’80% degli intervistati considera importante la riduzione del packaging.
In conclusione, nonostante l’Italia resti tra i leader in Europa in materia di economia circolare, il peggioramento di alcuni indicatori chiave evidenziato nel rapporto nazionale del Circular Economy Network indica la necessità di un urgente e deciso cambiamento di rotta per garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta.
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