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Grandi aziende e analisti imputano declino industriale UE alla…

La mancanza di lavoratori qualificati sta diventando un ostacolo significativo per la reindustrializzazione dell’economia europea, secondo rappresentanti delle grandi aziende e responsabili delle politiche finanziarie.

Le dichiarazioni giungono in un contesto di calo della produzione industriale e di livelli record di disoccupazione in tutta l’Unione Europea. La produzione industriale è in calo del 5,8% rispetto allo scorso anno, mentre la disoccupazione è al minimo storico del 5,9%.

Uno studio pubblicato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) ha rilevato che l’85% delle aziende europee considera la mancanza di personale sufficientemente qualificato un ostacolo agli investimenti, rendendola l’ostacolo più comunemente citato prima degli alti prezzi dell’energia.

In un evento organizzato dalle società di investimento regionali e federali del Belgio, alti funzionari aziendali e finanziari hanno sottolineato l’importanza di affrontare la carenza di competenze nel blocco. Michel Casselman, direttore generale della PMV, ha affermato che è urgente proteggere e coltivare “la storia e la conoscenza che sono ancora qui” prima che sia troppo tardi.

Marjut Falkstedt, segretario generale del Fondo europeo per gli investimenti (FEI), ha chiesto alle autorità pubbliche di concentrarsi sull’ampliamento e sul miglioramento delle possibilità di formazione e di rivedere il sistema universitario e le scuole superiori per ripensare le competenze della forza lavoro.

Tom Paemeleire, amministratore delegato di Kebony, ha sottolineato che la mancanza di manodopera qualificata è solo un sintomo di una sfida economica più ampia con cui si confronta l’industria europea, ovvero un mercato del lavoro ristretto.

Il Belgio, che attualmente detiene la presidenza di turno semestrale del Consiglio dell’UE, affronta la sfida della deindustrializzazione strisciante e di un mercato del lavoro storicamente ristretto. Negli ultimi mesi i politici europei hanno sottolineato sempre più la necessità di proteggere la base industriale europea, compresi i leader belgi.

Tuttavia, la situazione economica dell’Europa è in rapido cambiamento. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economici (OCSE) ha abbassato il tasso di crescita previsto per l’Eurozona, citando i continui effetti avversi dello shock dei prezzi energetici come motivo principale della prevista lenta crescita dell’Europa. Inoltre, l’Ifo Institute ha riportato che il 36,9% dei produttori tedeschi ha segnalato una mancanza di ordini il mese scorso, evidenziando i crescenti problemi nell’industria.

In conclusione, la mancanza di lavoratori qualificati rappresenta una sfida significativa per l’Europa, e le soluzioni devono essere trovate in collaborazione tra il settore privato, le autorità pubbliche e le istituzioni educative. La protezione e lo sviluppo delle competenze qualificate diventeranno sempre più vitali per garantire una reindustrializzazione efficace dell’economia europea.

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