Lavoro Oms classifica burnout, a soffrirne…
La pandemia ha stravolto le dinamiche lavorative e ha portato a un aumento dei casi di burnout tra i dipendenti a livello globale. Conflitti interpersonali, mancanza di chiarezza riguardo a compiti, responsabilità e obiettivi, e pressione legata alle tempistiche e al carico di lavoro sono solo alcune delle cause che possono portare a sintomi di burnout. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il burnout è una condizione di stress cronico persistente associato al contesto lavorativo, inserito nella Classificazione Internazionale delle Malattie.
Un recente sondaggio condotto dal McKinsey Health Institute su 30.000 dipendenti in 30 paesi ha evidenziato che il 22% dei lavoratori a livello globale sperimenta sintomi di burnout, con differenze sostanziali tra le nazioni. In particolare, i tassi più alti si evidenziano in India (59%), mentre l’Italia si colloca nella parte bassa della classifica, riportando solo il 16% dei sintomi di burnout. Tuttavia, nonostante la percentuale non sia elevata, il senso di esaurimento e stanchezza fisica e mentale è alto.
Inoltre, i dipendenti di aziende più piccole, che non ricoprono posizioni manageriali e i lavoratori più giovani riferiscono sintomi di burnout più elevati. Ciò è confermato anche da un sondaggio pubblicato su People Management, secondo il quale circa il 50% dei dipendenti appartenenti a Gen Z e Millennial si sente stressato sul posto di lavoro per la maggior parte del tempo, e circa l’80% sarebbe addirittura pronto a rassegnare le dimissioni a causa di una cultura aziendale tossica.
La gestione di queste problematiche non riguarda solo il benessere dei dipendenti, ma ha un impatto diretto sulla crescita delle imprese e sull’economia in generale. Secondo CNBC, il calo della soddisfazione lavorativa potrebbe impattare sull’economia globale con una perdita di circa 8,8 trilioni di dollari in termini di produttività.
Per affrontare e prevenire il burnout, è fondamentale l’ascolto dei dipendenti e il monitoraggio costante del clima aziendale. A tal proposito, Francesca Verderio, Training & Development practice leader di Zeta Service, sottolinea l’importanza di comprendere le esigenze e le opinioni dei dipendenti per migliorare tutti gli aspetti della vita lavorativa. Strumenti come l’analisi di clima aziendale possono permettere di capire il senso di appartenenza, il committment, il supporto offerto dal proprio team, l’equità dei comportamenti manageriali e le opportunità di formazione e di percorsi di carriera.
Un clima aziendale positivo è correlato a un maggiore coinvolgimento nel lavoro, una migliore collaborazione tra dipendenti, una maggior attrattività dei talenti e una maggiore soddisfazione del cliente. Pertanto, l’analisi del clima aziendale deve essere concepita come un monitoraggio costante e non solo come uno strumento da adottare in momenti di difficoltà o crescita dell’organizzazione.
In conclusione, il burnout rappresenta una sfida significativa per le aziende in tutto il mondo. Prevenire e gestire questo fenomeno richiede un impegno costante da parte degli datori di lavoro nel fornire un ambiente di lavoro positivo e sostenibile, che tenga conto del benessere psicologico e della salute dei dipendenti.
– Burnout
– Stress cronico
– Clima aziendale
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