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Perdita slancio Borsa Milano con Europa e future Usa

Le Borse europee hanno rallentato a metà seduta dopo un avvio positivo, in seguito al rimbalzo dei listini cinesi. Londra ha registrato un aumento dello 0,5%, Milano e Parigi dello 0,2%, mentre Francoforte ha subito una diminuzione dello 0,1%. Anche i future su Wall Street hanno segnato un rallentamento, con il Dow Jones in calo dello 0,1% e il Nasdaq in rialzo dello 0,1%.

Gli investitori sembrano esercitare cautela, in seguito alla riduzione delle aspettative per un taglio dei tassi a causa dei buoni dati sull’economia americana e degli inviti alla prudenza da parte dei presidenti della Fed, Jerome Powell, e della Bce, Christine Lagarde.

Inoltre, l’attenzione è rivolta alle trimestrali che continuano ad arrivare, con alcuni titoli in evidenza come Bp, che ha registrato un aumento del 5,5%, e Ubs e Infineon, entrambe in calo rispettivamente del 2,3% e del 2,8%. Quest’ultima ha tagliato le previsioni per i ricavi del 2024, confermando i segnali di debolezza per la domanda di microchip.

Nel mercato azionario italiano, si sono distinti positivamente Pirelli (+3,5%), Leonardo (+3,1%) e Bper (+2,7%), seguiti da Amplifon (+1,9%), Azimut (+1,5%) ed Eni (+1,3%). Anima ha registrato un aumento dell’1,1% dopo la pubblicazione dei risultati trimestrali, mentre Intesa e Fineco hanno rispettivamente registrato un aumento dell’1,2% e dello 0,6% in attesa di pubblicare i propri dati. Al contrario, la Banca Popolare di Sondrio ha subito un calo dello 0,4%.

Tra i ribassi, ha guidato Interpump con una diminuzione del 5,4%, mentre anche Erg (-2,2%), Nexi (-1,3%), Enel (-1,1%) e Stm (-1,1%) hanno registrato vendite.

Nel settore dei titoli di Stato, dopo due giorni di forti rialzi dei rendimenti, lo spread tra Btp e Bund si è mantenuto stabile a 155 punti base, mentre il rendimento del decennale italiano è aumentato di un punto al 3,88%.

Infine, sul fronte energetico, il petrolio è salito dello 0,6%, con il Wti a 73,2 dollari al barile e il Brent a 78,5 dollari, mentre il gas è avanzato dell’1,3% a 28,7 euro al megawattora.

In conclusione, il mercato ha registrato una tendenza al rallentamento e gli investitori sembrano mantenere una posizione cauta, monitorando da vicino sia i dati economici sia le trimestrali aziendali.

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